14 settembre 2009
DAMASCO, Siria — Negli ultimi anni la Siria sta emergendo sempre di più
come il centro culturale per eccellenza per l’insegnamento della lingua araba.
In ogni paese arabo si utilizzano due lingue a seconda del contesto in cui si
opera: l’arabo standard e l’arabo colloquiale. Questo
fenomeno si chiama diglossia e consiste nell’uso di due distinte varietà — anche
molto differenti — dello stesso linguaggio generalmente in due diversi
contesti.
L’arabo standard (Modern
Standard Arabic, M.S.A.) è quello che viene utilizzato nella stampa, nella
letteratura moderna, alla radio, alla televisione e in occasioni formali come
discorsi ufficiali e conferenze. Esso si basa sull’arabo classico chiamato
anche arabo Coranico che è quel linguaggio utilizzato dal Corano come
anche in numerosi testi letterari del periodo Umayyade e Abbaside
(dal settimo al nono secolo D.C.). Però a differenza dell’arabo classico,
oramai una lingua statica, l’M.S.A. è una lingua viva e dunque in continua
evoluzione. Inoltre, fra arabo classico e M.S.A. vi sono differenze di
carattere lessicale, stilistico e in riferimento ad alcune innovazioni non
regolate dalle autorità classiche. L’M.S.A. è identico dal Marocco all’Oman e
quindi permette una perfetta comprensione fra persone provenienti da paesi
diversi. Nell’eventualità di una conversazione fra due persone arabe di buon
livello culturale e di differenti nazionalità nel caso in cui i dialetti
rispettivi risultino incomprensibili (per esempio arabo colloquiale marocchino
con arabo colloquiale siriano-libanese) queste due persone saranno in grado di
passare all’M.S.A. e di comprendersi perfettamente. L’M.S.A. è inoltre una delle sei
lingue ufficiali delle Nazioni Unite.
Invece non esiste
una lingua colloquiale araba che vada bene da Casablanca(Marocco) a Muscat
(Oman). Infatti si riscontrano tutta una serie di dialetti locali di cui quello
più simile all’arabo standard o M.S.A. è quello definito grosso modo come
siriano-libanese. Questo dialetto (va detto però che già all’interno della
Siria vi sono almeno tre sottodialetti) permette inoltre una pressoché perfetta
comprensione fra persone provenienti da Siria, Libano, Giordania e Palestina e
un’ottima comprensione con persone provenienti dall’Egitto. Dei problemi
iniziano a sorgere con i dialetti del Golfo Arabo. Però anche in questo caso
bisogna notare che se da un lato un interlocutore che parli il dialetto
siriano-libanese avrà qualche difficoltà iniziale a comprendere i dialetti del
Golfo e necessiterà di un pò di tempo per adattarsi, dell’altro lato egli verrà
quasi interamente compreso sin dall’inizio da un abitante del Golfo. L’arabo
colloquiale siriano-libanese, dunque, è una sorta di passpartout valevole per
quasi tutto il mondo arabo, Maghreb escluso.
Infatti fra arabo
colloquiale siriano-libanese e M.S.A. vi sono delle differenze nell’utilizzo dei
verbi (interessante l’utilizzo dei cosiddetti “helping verbs” nel
colloquiale) però vi sono anche moltissime analogie a livello di vocabolario
che permettono di portare avanti nello stesso tempo ambedue le varietà di
lingua araba durante un soggiorno damasceno. A questo riguardo bisognerebbe
sfatare una volta per tutte il preconcetto che chi vuole parlare arabo debba
decidere se imparare l’M.S.A. oppure il dialetto. In realtà, è necessario ed è
altamente consigliabile di portarli avanti ambedue nello stesso tempo. Pensare
di sostenere una conversazione inerente la vita di tutti i giorni in M.S.A.
apparirà come una cosa ilare e fortemente impacciata alle orecchie di tutti i
nativi arabi e molti di loro non risponderanno neppure. Inoltre, non parlare un
dialetto significa invariabilmente perdere il colore, lo humor del linguaggio
della vita di tutti i giorni presente in canzoni, barzellette, storie, film e
tutti gli altri aspetti della cultura popolare.
Nel mio caso la scelta di venire a Damasco ha prevalso sulla possibilità di
andare in Libano A Beirut — dove il dialetto locale è pressoché lo stesso di
Damasco — buona parte della popolazione parla in aggiunta all’arabo inglese
oppure francese se non un po’ di tutti e due. Spesso e volentieri quando uno
straniero avrà delle difficoltà a parlare arabo l’interlocutore locale cambierà
immediatamente lingua passando all’inglese oppure al francese a seconda del
caso.
La Siria ha
compreso molto bene questo suo privilegio di carattere linguistico e nella
città di Damasco sono sorti molti centri dove è possibile effettuare dei corsi
di arabo. E similmente moltissimi siriani si offrono come tutori linguistici
face-to-face per cifre molto basse. Le principali scuole sono l’Università
di Damasco (corsi di un mese), lo Arabic Teaching Institute for
Non-Arabic Speakers (corsi di tre mesi) e il Centro Culturale Francese
(quest’ultimo molto più caro). Queste scuole forse — anche in base alla mia
personale esperienza — sono un po’caotiche però permettono veramente di avere
un impegno quotidiano di almeno tre ore che spinge lo studente a lavorare in
una lingua che specialmente all’inizio è molto complessa senza punti di
contatto con le lingue neo-latine. Ugualmente con i tutori privati va posta un
po’ di attenzione nella scelta. Alcuni sono professori improvvisati che
prendono poco ma rendono anche poco, altri invece sono estremamente organizzati
e permettono di ottenere ottimi risultati in poco tempo.
Le motivazioni che
spingono gli studenti a registrarsi presso le scuole o con dei tutori privati
sono le più varie come ho potuto constatare io stesso. Si passa da persone che
vogliono studiare l’arabo per poter leggere il Corano e che vogliono
avvicinarsi sempre di più alla religione musulmana, a persone che invece in
futuro dovranno lavorare con la lingua araba, a persone – e questa categoria
non e’ piccola - che hanno un componente della famiglia siriano (primariamente
il padre oppure il marito) e che vogliono imparare l’arabo per non dissipare un
patrimonio culturale presente in famiglia oppure perché si sono trasferiti da
poco in Siria.
Con l’arabo il momento più difficile, quando molte persone si “arrendono”, è
proprio all’inizio, quando uno studente si trova a confrontarsi con un alfabeto
differente, con suoni differenti, con parole differenti e con costruzioni
grammaticali differenti. In ogni modo è il vivere a Damasco che permette di
rompere quella barriera iniziale che esiste sempre quando vi sono scarsi punti
di contatto fra una lingua di partenza ed un’altra. E’ il mix di lezioni
scolastiche, tutori privati, radio, televisione e chiacchiere di strada che
rende possibile dopo qualche mese fare un certo salto di qualità ed iniziare a
parlare arabo. E poi, come si dice da queste parti, “se Dio vorrà”alla
fine lo studente parlerà arabo.
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